Tarantella sorrentina

Si viene a Sorrento per fare vacanze, ma non solo. La cittadina più importante della bellissima Penisola omonima rappresenta l’inizio di un viaggio che comprende arte, storia, mare, sole ma anche degustazioni, tradizioni, usi e costumi e musica.

Sorrento fa parte della grande cultura napoletana ma sa anche distinguersi in alcune caratteristiche che la rendono speciale. Per esempio, ha mantenuto quasi intatte alcune usanze che provengono da un passato molto lontano. La tarantella è una di queste.

Ad un occhio profano forse sembrerà solo un’altra tarantella del sud, ma il ballo che si danza qui a Sorrento conserva segreti antichi che nel resto della regione sono anche stati perduti. Se vuoi conoscerlo, e chissà magari provarlo, devi per forza venire a Sorrento.

Storia della tarantella

La tarantella, il ballo scatenato tipico del Sud Italia, proviene da una radice comune che nasce in Puglia nel XVII secolo. Il ballo risente però di radici molto più antiche, forse un mescolamento di danze greche con ritmi orientali.

Sarebbe sbagliato credere che la tarantella è uguale ovunque, nel Meridione. Col tempo, con il cambio di abitudini e soprattutto con la diffusione nei vari territori, la tarantella si è diversificata.

Sembra normale, quindi, che la tarantella pugliese sia diversa da quella siciliana, calabrese e napoletana. Ma le differenze si notano anche all’interno di uno stesso territorio culturale.

Come succede, appunto, in Campania. La tarantella cosiddetta “napoletana” è un ballo basato moltissimo sul tamburo, sul ritmo. Esige che si balli in coppia, e non in gruppi come avviene in altre regioni. La tarantella napoletana ha già da sola cinque stili diversi, che si differenziano sul territorio. E a Sorrento?

Perché la tarantella sorrentina è speciale?

A Sorrento la tarantella arriva un po’ in ritardo, rispetto al resto della regione. Siamo già nel XVIII secolo inoltrato quando il ballo si diffonde su questo territorio.

Le caratteristiche che prende in questa zona sono di narrazione. La tarantella sorrentina è un racconto d’amore. Ogni coreografia descrive un passaggio del corteggiamento. Anche il ritmo è diverso, in quanto viene interrotto nel suo scorrere tradizionale dal tempo di gavotta, a metà danza. I ballerini non si limitano a ballare, ma partecipano anche al coro o all’orchestra, aiutando i musicisti con strumenti da suonare con le mani anche mentre si danza.

Durante una rappresentazione della tarantella sorrentina, i ballerini possono – a turno – anche cambiare abbigliamento. E poi c’è la chicca particolare dello Scarrafone. Questo è un ballerino scelto tra i tanti che ha il compito di coinvolgere il pubblico. Può inginocchiarsi davanti a una signora e invitarla a danzare, può provocare un uomo fingendo di dargli uno schiaffo, portando lo spettacolo in mezzo alla gente e viceversa.

La tarantella oggi è motore del turismo locale insieme alle altre bellezze sorrentine e anche in tal senso si sta evolvendo nelle modalità e nei racconti con cui viene proposta al pubblico.